La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate sono pronte a mettere in campo controlli più rigorosi per combattere l’evasione fiscale.
Ispezioni, analisi dei dati attraverso nuovi strumenti tecnologici e monitoraggio costante delle transazioni finanziarie: così l’Agenzia delle Entrate spera di poter arginare lo spaventoso fenomeno dell’evasione fiscale, che in Italia coinvolge troppe persone, togliendo allo Stato vari miliardi ogni anno. Il Governo italiano ha messo in campo misure che sembrano puntare alla semplificazione, nella speranza di poter garantire una corretta riscossione delle imposte. Ma intanto Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza colpiscono più duro.
L’ultimo bilancio operativo delle Fiamme gialle parla di oltre un milione e mezzo di ispezioni solo nell’ultimo anno e mezzo, con sequestri di beni collegati all’evasione fiscale per più di otto miliardi di euro. I dati sono preoccupanti. Negli ultimi diciassette mesi, la GdF ha individuato quasi sessantamila lavoratori irregolari, ovvero il 32% in più rispetto al periodo precedente. E ha individuato quasi novemila evasori totali, soggetti o imprese completamente sconosciute al Fisco.
Tale report evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi per contrastare l’evasione fiscale. Ecco perché Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza lavoreranno a tutto campo per arginare il fenomeno e vigilare, così come ci ha chiesto l’Europa, sul fenomeno (una delle clausole per poter ottenere i soldi del PNRR obbliga l’Italia a strategie più energiche per la lotta all’evasione).
Agenzia delle Entrate, sempre più italiani coinvolti nell’evasione fiscale
Ma l’evasione fiscale è una sfida complessa. Per l’agenzia delle Entrate bisogna insistere con digitalizzazione e tracciabilità. L’uso di strumenti digitali per la fatturazione elettronica e la tracciabilità delle transazioni può infatti aiutare a ridurre le opportunità per l’evasione fiscale. Al tempo stesso l’Italia sta collaborando con altre nazioni e organismi internazionali per scambiare informazioni finanziarie e identificare comportamenti sospetti. Lo si fa per individuare i grandi evasori che operano a livello globale.
Il problema è anche culturale: nel nostro Paese l’evasione fiscale è radicata e spesso tollerata o fraintesa come una forma di resistenza contro il sistema fiscale, percepito come ingiusto, troppo complesso o inefficiente. Si soffre anche della mancanza di risorse per monitorare tutte le transazioni finanziarie, il lavoro nero, il contrabbando, il sommerso e la corruzione.
Ecco perché l’Europa chiede all’Italia sanzioni più dure e dissuasive contro l’evasione fiscale. Con pene più severe. Grazie a centonovanta diverse banche dati, l’Agenzia delle Entrate è in grado di tenere sotto costante controllo almeno quaranta milioni di contribuenti italiani. L’AdE conserva ogni anno due miliardi e mezzo di fatture elettroniche e più di un miliardo di informazioni sui redditi e sui bonus (quelli che servono per predisporre le dichiarazioni precompilate).
Ma quasi tutti questi dati coinvolgono lavoratori dipendenti e pensionati. Mentre il nero e l’evasione riguardano gli autonomi o soggetti completamente sconosciuti al fisco. E qui nasce il problema da risolvere.